Vallicoltura

Un esempio importante di integrazione sostenibile tra uomo e ambiente

Le valli da pesca sono uno degli esempi più importanti di integrazione sostenibile tra ambiente e attività umana.

Si tratta di aree e laghi della laguna, delimitati solitamente da argini artificiali in terra, più raramente da sbarramenti in canna, dove la pesca è organizzata nel rispetto degli spazi e dei tempi della natura.

La vallicoltura ha permesso la conservazione di ambienti che altrimenti sarebbero stati destinati a scomparire, a causa del processo di insabbiamento naturale delle lagune e a causa delle azioni di bonifica portate avanti dall’uomo per ampliare i terreni agricoli.

Questo metodo sfrutta l’istinto del pesce di seguire l’acqua dolce in primavera, per cercare nutrimento sotto costa e quello di cercare l’acqua salata in autunno/inverno per trovare riparo dal freddo nel mare profondo.

Nella valle il pesce si nutre naturalmente senza bisogno di integrazioni alimentari. Le specie che vi si pescano sono branzini, orate, cefali, acquadelle e sono disponibili in autunno/inverno (vi si possono pescare anche le anguille ma la loro produzione non è considerata sostenibile, in quanto la popolazione mondiale della specie si è ridotta drasticamente negli ultimi anni).

Le valli in Italia sono presenti principalmente nel nord Adriatico ma ve ne sono altre in Puglia, nei laghi di Lesina e Varano, in Toscana, nella laguna di Orbetello, nel Lazio, nel Lago di Paola e in Sardegna in diversi stagni.